Tutti i partecipanti all’assemblea di Artigiancredito dell’8 luglio 2021 hanno espresso gratitudine e grande apprezzamento…
Piccole imprese, credito insufficiente
Il sistema bancario non sostiene le piccole imprese con credito sufficiente.
L’analisi dei dati pubblicati nell’ultimo Bollettino economico della Banca d’Italia evidenzia che a maggio 2016 i prestiti alle piccole imprese sono a crescita zero (+0,1%) risultato di un persistente diminuzione (-1,6%) dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti, mentre quelli delle medie-grandi imprese sono tornati a crescere e segnano una salita dello 0,5%.
Il fatto che le piccole imprese non siano sostenute a sufficienza compromette la propensione agli investimenti, asset che per le imprese fino a 20 addetti vale 28.139 milioni di euro, pari all’1,8% del PIL.
Purtroppo l’attuale fase di instabilità finanziaria, caratterizzata dalle difficoltà del sistema bancario e amplificate dalle incertezza post Brexit, sta compromettendo la fragile crescita. Le stime pubblicate ieri dal Fondo Monetario Internazionale riportano la crescita dell’economia italiana in zona ‘zero virgola’: +0,9% per il 2016 e solo 1,0% per il 2017.
Il calo dei prestiti alle piccole imprese è concentrato al Centro Nord (-2,1%) mentre nel Mezzogiorno ha smesso di diminuire, segnando un livello invariato rispetto ad un anno prima.
Per altri segmenti del credito si rileva invece un aumento dei prestiti: dello 0,5% per le Società finanziarie ed assicurative e le Famiglie (consumatrici con prestiti in crescita del 2,0%), si confermano il segmento di clientela più dinamica. Anche per il credito alle famiglie si registra un maggiore dinamismo nel Mezzogiorno (+2,4%) rispetto al Centro Nord (+1,8%).
Sulla base degli ultimi dati disponibili ad aprile 2016 (rielaborati da Confartigianato) negli impieghi alle imprese con meno di 20 addetti sono in calo del – 5,9% e in peggioramento rispetto al -5,1% fatto registrare a marzo. La flessione degli impieghi segna una specifica accentuazione nel Nord Est (-6,3%) e Nord Ovest (-6,0%).
Le regioni che presentano una dinamica negativa meno accentuata sono: la Campania (-2,5%), il Lazio (-2,9%) e il Molise (-3,3%), mentre le flessioni più ampie si registrano in Calabria (-8,0%), nelle Marche (-8,9%) e in Umbria (-10,1%).
Le provincie che registrano una maggiore tenuta degli impieghi vivi alle imprese con meno di 20 addetti sono: Latina e Caserta (-0,2%) seguite da Nuoro (-1,2%), mentre i cali più profondi si osservano a Olbia-Tempio (10,6%),Cosenza (-11,5%) e Terni (-13,9%).
Per quanto riguarda la Toscana si posiziona al 10° posto con una percentuale di calo poco sopra la media (-5,3%) mentre all’interno della nostra Regione la classifica delle province vede Pistoia al primo posto (-3,4%9 seguita da Firenze e Prato (-4,0%) , Grosseto (-4,8%), Lucca (-5,5%), Livorno (-5,8%), Massa (-6,0%), Siena (-6,3%), Arezzo (-7,2%) ed infine Pisa (-7,5%).
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