Dai dati scaturiti dall’indagine realizzata ogni anno da Camera Italiana dell’Acconciatura su dati di Cosmetica Italiana e presentati in occasione del convegno organizzato a Cosmoprof 2018, si possono fare alcune riflessioni sulla salute del comparto e sulle prospettive che la categoria ha nell’immediato futuro.

L’andamento dimensionale del comparto acconciatura negli ultimi 5 anni ha visto una progressiva diminuzione delle persone che operano in salone. Infatti, quasi il 50% dei saloni impiega non più di due addetti, compreso il titolare e appena poco meno del 15% occupa più di 5 persone.

Oltre il 70% di questi si dichiara unisex con un leggero aumento rispetto al passato degli specializzati solo a donna che sono circa il 21%.

Nulla di particolarmente innovativo anche per quanto riguarda i canali di approvigionamento dei prodotti, dove ancora oggi il rappresentante detiene oltre il 50% del canale distributivo.

Un dato importante da non sottovalutare è la presenza dei social e degli strumenti multimediali nei saloni. Praticamente tutti gli intervistati utilizzano a vario titolo facebook e quasi il 50% ha un proprio sito e un terzo gestisce o partecipa a un blog.

I social e comunque tutti gli strumenti di comunicazione multimediale ancor oggi si stanno dimostrando come una fonte di promozione importantissima e se utilizzate in modo appropriato, possono garantire grandi performance di visibilità alle imprese.

Sul fronte prezzi, nel 2018 secondo le stime, per la colorazione a testa intera il prezzo medio di riferimento va dai 21 ai 30€ per il 47% dei saloni, mentre il 33% si attesta tra i 31 e i 40€. Solo il 7,5% lavora a prezzi molto bassi che non raggiungono i 20€.

Sul taglio e messa in piega invece, quasi il 19% dei saloni lavora a prezzi inferiori a 20€, e di converso il 14% di essi ha tariffe superiori a 40€. Se si considera che il 39% lavora a prezzi compresi tra i 31 e i 40€ e il 28% con prezzi compresi tra i 21 e i 30€, parrebbe evidente che il taglio e la messa in piega sia un servizi più remunerativo per il salone rispetto alla colorazione.

Venendo all’aspetto economico, negli ultimi anni il trend è stato di generale ottimismo e  nel 2017 la  situazione economica  dei saloni si può ritenere positiva visto che solo nel 21% dei casi dichiara che la situazione economica è peggiorata poco o molto, mentre il 31% dichiara un buon/ottimo miglioramento.

Le cause del miglioramento per il 50% di essi è da imputare all’introduzione di nuovi servizi, importanti anche le promozioni, la riduzione delle spese, mentre è presso che ininfluente la diminuzione dei prezzi dichiarata dall’1,4% degli intervistati.

Questo significa che per rimanere competitivi bisogna puntare sull’innovazione e sui servizi e non sulla leva prezzo.

Anche le attese per il 2018 tendono al bello per il settore perché il 47% si dichiara ottimista o molto ottimista  e solo il 10% pessimista o molto pessimista.

Insomma il 2018 si presenta come un anno positivo per il comparto a patto che le imprese investano comunque in conoscenza e formazione. Dato questo evidenziato anche dal fatto che il 96% delle imprese hanno seguito corsi di tipo tecnico, artistico e manageriale. Solo il 4% non ha seguito corsi di nessun genere e probabilmente sono anche le attività che più hanno stentato sul mercato.

Un occhio attento va anche puntato al canale rivendita, perché  oltre il 35% degli intervistati prevede un aumento dei ricavi da vendita di prodotti e solo il 13% prevede invece una diminuzione .

In conclusione la fotografia che ne deriva ci restituisce un comparto dell’acconciatura sano e con ottime aspettative per l’immediato futuro, a patto che le imprese si dimostrino comunque dinamiche e disposte al cambiamento alla formazione e all’innovazione. L’unica arma che non sembra funzionare è quella del prezzo basso, perché nel mercato del prezzo basso ad oggi, la concorrenza dei saloni cinesi o di altro genere non lascia scampo.