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Benessere

BENESSERE: INTERVENTO DI CONFARTIGIANATO TOSCANA SU APERTURA ATTIVITA’

Confartigianato Toscana, interviene con una lettera al Presidente della Regione Enrico Rossi per evidenziare le preoccupazioni della Categoria Benessere, dopo le parole del Presidente del Consiglio G. Conte, con le quali preannunciava l’aperura di questo comparto al 1 giugno.

Questa ipotesi preoccupa sia l’Associazione che le imprese del Benessere, perché un lockdown di 80 giorni darebbe un  colpo difficilmente superabile da parte di molte imprese del settore, con evidenti ripercussioni su lavoro e occupazione.

Altro timore è che un fermo così prolungato non sia altro che la porta d’accesso al lavoro nero e abusivo, pericolosissimo per il rischio di aumento dei contagi.

Noi crediamo che una riapertura delle imprese in sicurezza sarebbe un ottimo deterrente al rischio sempre più evidente del lavoro svolto a domicilio.

Le imprese del Benessere, ormai da oltre 15 anni, seguono rigorosi protocolli di sicurezza per sterilizzazioni e sanificazioni e sono pronte a riprendere le loro attività integrandole con ulteriori misure di sicurezza, per una maggiore garanzia e tutela dei clienti e degli operatori.

Non sono pronte al rischio di un lockdown definitivo a causa di questa chiusura prolungata delle loro attività.

Di seguito il testo della lettera inviata al Presidente Rossi:

Gentilissimi,

portiamo alla Vostra attenzione la situazione di tensione che rileviamo nel settore del Benessere unitamente ad alcune istanze di cui vi chiediamo di farvi portatori in tutte le sedi di dialogo con il Governo.

Pochi giorni fa il Governo, mediante le dichiarazioni espresse dal Presidente del Consiglio, ha indicato che la fase di “convivenza” con il Covid-19 porterà a una riapertura a scaglioni delle attività produttive, e tra queste, quelle di servizio alla persona, sono previste in coda: addirittura il fermo è previsto fino al 1° giugno, con ipotesi di riapertura quindi al 3 giugno (dato che il 2 giugno è Festa della Repubblica).

Questa ipotesi lascia pensare inevitabilmente che l’intero comparto non sia considerato in grado di lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza non tenendo debitamente conto che, viceversa, l’attenzione per i protocolli di igiene e sicurezza, verso gli operatori e verso i clienti, fanno parte da tempo della cultura professionale di queste categorie.

In Toscana, in particolare, i protocolli di sterilizzazione delle attrezzature, di sanificazione delle postazioni di lavoro tra un cliente e l’altro e di sanificazione giornaliera e settimanale degli ambienti di lavoro sono obbligatori per legge da oltre dieci anni.

In data 14 aprile u.s., Confartigianato ha poi presentato al Governo tempestive proposte con allegato elenco specifico di requisiti da rispettare per poter riaprire le nostre attività, garantendo la massima applicazione dei requisiti di sicurezza e contenimento del Covid-19.

Si tratta di misure organizzative e igienico-sanitarie che integrano sia le disposizioni emanate dal Governo per il contenimento del Covid-19 sia quanto già previsto dalle leggi di settore e dai Regolamenti regionali e comunali e che prevedono nel dettaglio: lo svolgimento delle attività esclusivamente su appuntamento, il distanziamento delle postazioni, meccanismi di rotazione della clientela per limitarne la permanenza nei centri, utilizzo di dispositivi di protezione individuale e la sanificazione degli ambienti.

Tutte misure e accorgimenti che, di per sé, non porteranno ad assemblamenti di persone e si tradurranno in spostamenti numericamente contenuti di persone distribuite nel corso dell’intera giornata.

Chiediamo quindi, come già avvenuto in precedenti occasioni, di essere come Regione Toscana portatori presso il Governo di questa istanza, intervenendo in Conferenza delle-Regioni e negli altri tavoli nazionali affinché sia consentita al più presto la riapertura dei servizi del settore Benessere (Acconciatura, Estetica, tatuaggio e Piercing).

Desideriamo ricordare che questo settore costituisce un comparto economico importante il cui fermo prolungato aggrava i danni per l’intero Paese sia sul piano economico che su quello sociale e psicologico. Danni peraltro che dovranno essere oggetto di adeguati supporti solidaristici per tutte le imprese artigiane che stanno vivendo una crisi senza precedenti. Ci riferiamo ad una categoria di professionisti responsabili che operano nel rispetto della salute e della legalità, operatori che vogliono essere messi in grado di ripartire per contenere i danni già gravi a sé stessi e all’interno sistema economico, scongiurando il rischio drammaticamente attuale di fallimenti, chiusure definitive e dilagante abusivismo.

Il dilagare, incontrollato, dell’abusivismo che si sta ingenerando come conseguenza diretta del lockdown rischia di avere implicazioni gravissime per la collettività. Questi soggetti (gli ABUSIVI), approfittando dell’impennata della richiesta, stanno continuato ad erogare servizi presso il proprio domicilio o presso quello del cliente, aggravando le carenze dal punto di vista igienico-sanitario ed il rischio di contagio. Operatori che, privi di ogni requisito sia sul piano formativo che su quello igienico-sanitario, in questo momento rappresentano un serio rischio per la salute dei cittadini e, ai quali lo stato (in assenza di controllo specifici) sta mettendo in mano l’intero comparto.

Ben consapevoli che la battaglia contro il Covid-19 avrà tempi più lunghi del previsto e che debba essere affrontata con un controllo accurato del rischio statistico, chiediamo l’avvio di una fase in cui chi opera in sicurezza lo possa fare e, nello specifico, prendendo atto delle aperture scadenzate dal Governo, chiediamo che le imprese del settore possano aprire già da prossimo 11 maggio 2020, ovviamente nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza e contenimento del Covid-19, attuali e futuri.

Le continue deroghe agli stop produttivi e il progressivo rianimarsi di fatto delle città dimostrano infatti che le misure emergenziali, legittime ed efficaci nella fase uno, rischiano di farci scivolare di fatto in una non gestione del rischio contagio, tendenza da evitare assolutamente.

Certi della comprensione della nostra richiesta e fiduciosi di riscontro, porgiamo cordiali saluti.

IL PRESIDENTE  Giovan Battista Donati

IL PRESIDENTE Barbara Catani

 

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